I Cimbri avevano quindi attraversato le Alpi orientali e l’esercito
Romano a guardia del Brennero guidato dal console Catulo si ritirò vista l’incapacità
di fronteggiare una cosi grande offensiva .
Gaio Mario , appena vincitore nella battaglia di Aquae Sextiae, raggiunse con le sue Legioni i nuovi invasori della penisola italica.
Gaio Mario , appena vincitore nella battaglia di Aquae Sextiae, raggiunse con le sue Legioni i nuovi invasori della penisola italica.
I Germani, fiduciosi dei loro mezzi ed inconsapevoli
attendenti dei loro fratelli teutoni , inviarono un’ambasceria al generale
Romano invitandolo a prendere atto del fatto compiuto della loro venuta e
quindi invitandolo ad assegnare loro terre al nord della penisola. Per rendere
più convincente questa pretesa avvisarono Mario dell’intenzione di unirsi ai teutoni
facendo fronte comune, alludendo cosi al grande numero di guerrieri che i
Romani avrebbero dovuto cosi affrontare.
La risposta di Gaio Mario, forte dello sterminio che poco
tempo prima aveva fatto del popolo teutone, fu però irriverente:
“ Non dovete preoccuparvi dei vostri fratelli Teutoni, essi
hanno ricevuto da Roma tutta la terra di cui avevano bisogno e tale dono è valido per l’eternità ! “
A queste parole di scherno i Cimbri , irrigiditi, avvisarono
il generale romano dell’imminente arrivo dei fratelli germani sul campo di
battaglia. Per risposta Mario mostrò il
re dei teutoni in catene assieme ad altri prigionieri scampati al massacro del
campo di battaglia.
Sulla piana di Vercellae, il giorno seguente, Mario sterminò
i guerrieri ed il popolo dei Cimbri ponendo fine definitivamente alle
devastazioni ( e minaccia di invasione ) a cui i popoli germani avevano posto l’europa
negli ultimi anni.
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